venerdì 11 gennaio 2008

Fatale incontro sul treno



Quante sono le probabilità di avere il posto in treno assegnato di fronte a un signore che sta leggendo il libro di cui si è autore? Una su miliardi penso, a meno che non ci si chiami Fabio Volo o Bruno Vespa. Invece è accaduto al dentistorti oggi sul treno S85 nel tratto Reggio Emilia-Roma. Il picchiatasti vanesio era seduto nella carrozza 002 nel posto 54 mediano su una poltrona di ciniglia celestina che puzzava di piedi. Di fronte a lui questo meraviglioso melogmane informatico che andava a Bologna e che ingannava il tempo leggendo il romanzo di bit annotando a penna le parti che lo interessavano di più. Ad aumentare l' esperienza extra sensoriale di quel citrullo che firma il mio libro era ascoltare il programma registrato con la sua voce in cuffia che stava andando in onda alle 08.55 esatte. Non so ancora come interpretare questo segno fatale del destino.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro bitser, tante probabilita` quante quelle di capitare in una sim per caso, cliccare su una piramide rotante incuriosito dal divertente nome della tua agenzia, arrivare qui e leggere di questo viaggio a Reggio Emilia.

Che a me potrebbe anche non fare particolarmente impressione, ma al picchiatasti che mi sta portando a zonzo si, visto che e` emigrato da Reggio verso la Svizzera, seguendo un amore trovato in Second Life, e che continua, negli ultimi tempi, a ritrovarsi, seppur virtualmente, a Reggio.

E` proprio vero che lo spazio-tempo e` tarlato come un vecchio trave di rovere ...

Anonimo ha detto...

caro mio mi piacerebbe sapere poi come è andata a finire, se mi leggerai una volta capirai come io sia contrario alle unioni miste tra avatar e umani.

bit

Anonimo ha detto...

Dici bene, Bit, quando parli di esperienze extra-sensoriali del tuo picchiatasti.
Ma le probabilità, forse, non sono nulla. E penso: 8.55, la voce registrata del picchiatasti; il romanzo di Bit; il picchiatasti; il Melogmane informatico (cioè io); la tua immagine, catturata direttamente da MUNDO e – mi piace immaginare - uno specchio segreto dietro qualcuno di noi (guarda caso, lo scompartimento era “vecchio stile”… e il picchiatasti sa a che cosa mi riferisco)…
Come vedi, i giochi di vicinanza e lontananza - per riprendere i concetti espressi da Simmel (vedi sopra, il post “Asimmetrica Osmosi”) – e le impreviste e improbabili finestre di senso, possono divenire molteplici e ribaltarsi, facendo sentire anche un umano, sia pure per un tempo infinitesimo, l’avatar di se stesso.

Il Melogmane informatico

Anonimo ha detto...

Le unioni miste uman-avatariche prima o poi si omologano. E' come nei matrimoni misti tra appartenenti a religioni diverse: qualcuno deve pur convertirsi...