venerdì 1 febbraio 2008

A scuola dalle macchine




Da ieri è sbarcato in Italia, e per la prima volta in Europa, il profeta di un nuovo rivoluzionario culto. E’ un signore rubicondo che ardisce affermare che i videogiochi non facciano male, anzi per lui sono la vera palestra d’ ardimento per i futuri manager. E’ il salvatore per una generazione di smanettoni video dipendenti, si chiama Marc Prensky e ha iniziato il tour di presentazione della traduzione italiana del suo libro. Si tratta della bibbia del video giocatore:“Mamma non rompere sto imparando” (Multiplayer.it edizioni), il testo sacro del culto quotidiano che milioni di minorenni celebrano con fulminei riti digitatori.
In sintesi Prensky divide l’ umanità contemporanea in due fatali tronconi, "digital immigrants" e "digital natives", per i primi c’ è solo la speranza di adattarsi il più possibile alla rivoluzione digitale che li ha aggrediti nel mezzo della loro vita, ma gli altri ci sono già dentro con cervello e viscere, sono i giovani umani cross mediali, quelli che i video giochi li hanno avuti accanto assieme al biberon e ora già mostrano i segni di una straordinaria mutazione genetica.
Sarebbero più capaci di osare nel mondo del lavoro, più creativi, più veloci ad apprendere e a trovare soluzioni in frangenti imprevisti. Insomma un po’ come i programmi di apprendimento veloce che i ribelli del Bianconiglio scaricano dentro Neo in Matrix, quelli per fargli imparare il Kung fu e l’ uso delle armi pesanti. Chi si è fatto le ossa con gli sparatutto sarebbe così pronto ad affrontare con maggior grinta la competizione per il raggiungimento del successo. Continua a leggere>>>