lunedì 11 febbraio 2008

Dopamina test

Il tristerrimo contributo che il mondo deve dare a S. Valentino è l' occasione per definire comportamenti degli umani attraverso le loro interfacce avatariche. Gli adolescenti italiani che si incontranno in Habbo.it sarebbero i più innamorati del mondo, almeno ci dice questo un sondaggio fatto interpellando 64mila ragazzi (non sono tantini?) tra i 12 ed i 17 anni in 31 paesi.
Al di là del fatto specifico è meraviglioso osservare che su un concetto così impalpabile e soggettivo come quello di essere innamorati, l' umano esca dalle sue incertezze quando la passione si consuma sfregandosi i pixell.

E coloro che non più sono teenager? Quelli che scavalcano spesso le naturali occlusioni fisiologiche iniettandosi dopamina sintetica che stilla dai cieli di Mundo? Chissà quanti se la sentirebbero di confermare la diagnosi che a me fece l' affascinante dottoressa anestesista Hamingia Shridde:


"Dunque tu sei convinto che uno stato comune di euforia, di felicità, una propensione all’innamoramento romantico e sensuale possano essere provocati da uno stato di deprivazione sensoriale in un ambiente artefatto con degli effetti simili a quelli di una sostanza dopante? Be’, come dicevamo, il sistema che si attiva in relazione alle emozioni è il sistema limbico.
Questo è composto da ipotalamo, ipofisi e amigdala, dove vanno ad agire dei neurotrasmettitori che sono la serotonina, la noradrenalina e la dopamina. Quest’ultima è fondamentale per l’umore, l’emotività, il comportamento sessuale."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti i farmaci antidepressivi agiscono proprio intervenendo su alcune neuroamine come la serotonina e la noradrenalina, non come agonisti ma impedendone la degradazione a livello recettoriale.
Sotto questo aspetto, quindi, viene idealmente a ribaltarsi la loro valenza "positiva" (non nel significato etico) nel senso di stimolazione emozionale o sensoriale proveniente dall'esterno, ed emerge la loro caratteristica di contributo al mantenimento omeostatico di equilibri intrinseci all'organismo.
Praticamente non cambia molto, ma il salto concettuale è rilevante: la sollecitazione dopaminergica prodotta dagli eterei pixel non è da considerarsi in tal caso una "droga" assunta come altro-da-sé per diventare qualcosa di diverso, ma un semplice aiuto per ritrovare parti della propria psiche andate smarrite nel degrado della quotidianità delle prime vite e -perché no- nella conflittualità latente tra i vari livelli di esistenza.

bitser Scarfiotti ha detto...

Grazie prode speziale, la sollecitazione dopaminergica ispirerà d'ora in poi ogni riga di codice che stimola protesimorfe appendici.