giovedì 12 giugno 2008

Una pattumiera di simboli

Un sacchetto di pattume bello colmo su ogni sedile del treno come fosse un gadget di benvenuto...Chi su quel sedile aveva pagato per sedersi avrà forse immaginato uno scherzo pessimo, ma si trattava invece di una dimostrazione dei lavoratori di alcune ditte di pulizie che da un mese non erano stati pagati. Così con una vera botta di fantasia gli spazzini dei treni hanno trasformato la loro stessa spazzatura in uno slogan politico.

La lotta sindacale sulla buccia del melone fradicio e della lisca di pesce marcio non ha trovato solidarietà nei passeggeri dell'Intercity 582 delle 6:25, in viaggio da Napoli a Milano, quando questa mattina sul treno hanno trovato realizzato il peggior incubo di ogni viaggiatore ferroviario, ma allo stesso tempo la rappresentazione concreta della più logorata delle metafore: il treno si era trasformato in un immondezzaio. Qualcuno aveva convertito il più puzzolente simbolo della vergogna nazionale in un messaggio minatorio al proprio datore di lavoro, disponendo sulle poltrone prenotate sacchetti di pattume come liquamoso "segnaposto".

Il viaggio dei passeggeri ignari della protesta sindacale in corso, è andato avanti in fetida immersione fino a Bologna dove solo sul far delle 12.50 gli angeli delle idropulitrici hanno restituito dignità umana ai disgraziati.

Resta però evidente il tracimare del pattume a elemento simbolico, in totale controtendenza rispetto al tabù che fin’ora pare aver rappresentato per i napoletani in genere. Al tempo del colera ci fu chi compose canzoni sul vibrione e comunque su quel flagello si riuscì anche a ironizzare, ma sul pattume no.

Il blob della spazzatura è una piaga talmente concreta e percepibile nella sua sgradevolezza con tutti i sensi all’ unisono, che la voglia di scherzarci sopra sembra soffocata in partenza dai miasmi che questa sembra esalare anche dalle foto sui giornali.

Questa invasione di ultracorpi però è quanto mai suggestiva fino a rischiare di diventare un brand, sembra quasi che il sacchetto grigio si stia avviando ad essere un contrassegno potente della contemporaneità. Assoluto non oggetto nella sua indifferente pellicola eterna.

Grigia uguale ovunque la si veda, allo stesso tempo grigia membrana di un essere alieno al cui interno potrebbe pullulare qualunque cosa. L’ umido pattume che indica il residuo quotidiano del processo vitale di una società è fonte di impensabili rapporti tra chi lo produce, il suo potere d’ acquisto, le sue passioni le sue abiezioni.



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