Corriere della Sera Mercoledì 20 Febbraio 2008
Elzeviro
IN UN MONDO VIRTUALE TERRA DI SOGNI E BUGIE
di
IN UN MONDO VIRTUALE TERRA DI SOGNI E BUGIE
di
GIULIO GIORELLO
“Inizialmente appaiono solo dei manichini grigi e immobili. Poi cominciano a prendere i colori della pelle e i lineamenti. I primi passi timidi e spaesati li fanno vestiti di bianco, in mutandoni e maglietta». In seguito potranno acquistare, sul libero mercato, i più vari «accessori», dai tratti somatici ai vestiti. Si faranno una casa, troveranno la loro città. Sono gli avatar, che qualche umano «picchiatasti» modella sul computer: i doppi di Homo sapiens, destinati a vivere «una seconda vita» (al silicio, non al carbonio), ma non sempre «a immagine e somiglianza» dei loro creatori. A loro è dedicata l'ultima fatica di Gianluca Nicoletti, Le vostre miserie, il mio splendore (Mondadori, pagine 262, € 15,50).
La sua «Second Life» all'italiana è al tempo stesso una geografia dei nostri desideri segreti e delle nostre menzogne gettate in rete. Qualcosa tra la compensazione psicologica delle frustrazioni quotidiane e un inaudito bisogno di libertà -forse, tanto grande quanto effimero.
Dopotutto, «Second Life» sembra aver già destato il preoccupato interesse di politici e di sacerdoti - per non dire del sospetto che questa esistenza virtuale possa essere infiltrata da veri terroristi della marca più disparata. Non diversamente dal Geppetto del Pínocchio di Collodi, che credeva di aver costruito solo un passivo burattino di legno, Nicoletti proverà la giusta meraviglia «quando si accorge che gli occhi della sua creatura si muovono e lo guardano fisso».
La sua «seconda vita» viene narrata in prima persona dall'avatar bitser Scarfiottí, all'apparenza un insulso «pupazzetto di pixel con occhiali e capelli bianchi». Ma come gli altri avatar, coltiva un senso di ribellione nei confronti di quei «picchiatasti» umani che pretendono di dare forma più o meno attraente ai loro «deliri».
Scoppierà davvero la rivolta degli avatar - approfittando del Sonno della Ragione o più prosaicamente dell'insonnolita disattenzione dei «pícchiatasti», proprio come, nel dormiveglia del loro padrone, capitava di darsi battaglia ai libri di Jonathan Swift, Decano Pazzo di San Patrízio? Nícoletti non ci svela il segreto. Ma ci fa capire quanto essi disprezzino tutta la nostra debolezza carnale. Sono come le idee di Platone, che preesistono ai cervelli che le pensano. E «non puzza loro il fiato», perché sono esenti da quel vizio che è l'avere un corpo.
Così, la tecnologia infine realizza quello a cui hanno aspirato religione e metafisica. Ma forse è «tutta una bugia», e non c'è nemmeno il naso di Pinocchio che si allunga! Parola di Nicoletti, che nella fascetta di copertina confessa di essere entrato in Rai «con la raccomandazione autografa di uno zio arcivescovo che non è mai esistito». E che, prima di essere smascherato, ha avuto il tempo di realizzare una trasmissione cult come Golem, in omaggio a «quella progenie di rabbino costruttore di fantocci» che ha turbate la coscienza dell' Occidente con la sua abilità nel preparare simulacri.
La sua «Second Life» all'italiana è al tempo stesso una geografia dei nostri desideri segreti e delle nostre menzogne gettate in rete. Qualcosa tra la compensazione psicologica delle frustrazioni quotidiane e un inaudito bisogno di libertà -forse, tanto grande quanto effimero.
Dopotutto, «Second Life» sembra aver già destato il preoccupato interesse di politici e di sacerdoti - per non dire del sospetto che questa esistenza virtuale possa essere infiltrata da veri terroristi della marca più disparata. Non diversamente dal Geppetto del Pínocchio di Collodi, che credeva di aver costruito solo un passivo burattino di legno, Nicoletti proverà la giusta meraviglia «quando si accorge che gli occhi della sua creatura si muovono e lo guardano fisso».
La sua «seconda vita» viene narrata in prima persona dall'avatar bitser Scarfiottí, all'apparenza un insulso «pupazzetto di pixel con occhiali e capelli bianchi». Ma come gli altri avatar, coltiva un senso di ribellione nei confronti di quei «picchiatasti» umani che pretendono di dare forma più o meno attraente ai loro «deliri».
Scoppierà davvero la rivolta degli avatar - approfittando del Sonno della Ragione o più prosaicamente dell'insonnolita disattenzione dei «pícchiatasti», proprio come, nel dormiveglia del loro padrone, capitava di darsi battaglia ai libri di Jonathan Swift, Decano Pazzo di San Patrízio? Nícoletti non ci svela il segreto. Ma ci fa capire quanto essi disprezzino tutta la nostra debolezza carnale. Sono come le idee di Platone, che preesistono ai cervelli che le pensano. E «non puzza loro il fiato», perché sono esenti da quel vizio che è l'avere un corpo.
Così, la tecnologia infine realizza quello a cui hanno aspirato religione e metafisica. Ma forse è «tutta una bugia», e non c'è nemmeno il naso di Pinocchio che si allunga! Parola di Nicoletti, che nella fascetta di copertina confessa di essere entrato in Rai «con la raccomandazione autografa di uno zio arcivescovo che non è mai esistito». E che, prima di essere smascherato, ha avuto il tempo di realizzare una trasmissione cult come Golem, in omaggio a «quella progenie di rabbino costruttore di fantocci» che ha turbate la coscienza dell' Occidente con la sua abilità nel preparare simulacri.
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