giovedì 27 marzo 2008

bitser bigamberalizzato vicentino


Di nuovo il Nicoletti chiacchiera a vanvera sul libro di Chiara Gamberale. Avverrà nella palladiana terra di Vicenza sabato 29 marzo alle 17.00 all' Herald Concept Store in Contrà S. Barbara 31 (deve si spera esista Tequila...) Non pensiate infatti che egli lo faccia per altruismo, la mitologica presentazione bolognese nel cuore della "zona cieca" lo rese ebbro di Margarita a tal punto che non seppe dire di no al bis vicentino della bisbocciante carovana cultural etilica.

Per l' occasione porterà seco alcune rarissime rosse magliette della passione che elargirà con oculata culturale parsimonia solo a chi se la facesse autografare indossandola.

bitser cremonese


Venerdì 28 marzo bitser andrà a presentare il suo libro a Cremona. Dovrebbe avvenire il tutto alle 17.00 nella sala del Consiglio Provinciale in via Vittorio Emanuele 17. Il picchiatasti non sta nella pelle per conoscere Novella Milanesi, redattrice di Cremonaonline che terrà le redini durante l'incontro. Oh meraviglia di città che dette i natali a Mina! Ancor più nota è tra le genti per le sue vertiginose 3T.

martedì 25 marzo 2008

Tv a pedali

Forse la tv continuerà ad atrofizzarvi il cervello, ma se per guardare un’ ora di tv dovrete pedalare per altrettanto tempo almeno se ne gioverà il fisico. Nasce così la tv a pedali, qualcuno ha veramente valutato che potreste avere una televisione migliore se l’ apparecchio sarà alimentato pedalando.
Forse sarà stato bello illudersi sul meraviglioso futuro della tv digitale polimediale e interattiva, ma senza prenderci in giro alla fine abbiamo abbastanza capito che, in attesa di nuovi format, dentro quei mostri ipertecnologici, i cervelli creativi faranno ancora girare le vecchie puntate di Studio1 e il Dada Umpa delle Gemelle Kessler.
Tanto vale quindi affidare la speranza di nuove suggestioni per il tempo libero all’ arcaico potere muscolare. Questa parrebbe essere la filosofia che ha dato vita all’ invenzione degli studenti della 4f del liceo scientifico tecnologico Vallauri di Roma. Guidati dal loro professore hanno progettato una “rivoluzionaria” tv a pedali; per il loro progetto già in questi giorni sono stati premiati a un concorso sulla mobilità sostenibile, organizzato dall’ H2Roma, ora aspettano solo di chiudere con uno sponsor per realizzare il prototipo fisico e metterlo in produzione.
La tv a pedali di avveniristico design potrebbe apparire a un primo colpo d’ occhio come l’ evoluzione di una cyclette, ma in realtà il progetto non si limita semplicmente a un televisiore alimentato da una dinamo a pedali, interessante è il nuovo punto di vista che acquisterebbe il telepedalante.
In sintesi il training sulla tv a pedali indurrebbe l’ abbonato in prima fila al seguente ragionamento: “Se per far funzionare la tv devo faticare così tanto, quando la guardo pretendo programmi che mi diano soddisfazione!” Questa “rieducazione” passerebbe attraverso un procedimento di trasformazione dell’ energia dei polpacci in energia elettrica e quindi in una maggiore responsabilità critica verso il prodotto televisivo.
“Abbiamo tenuto conto sia dell’aspetto energetico quanto di quello culturale comportamentale- dice l’ architetto Oscar Santilli, il docente che ha seguito il progetto- abbiamo visto che i giovani abusano sia della tv che delle loro energie fisiche quindi abbiamo pensato di armonizzre questi due eccessi.“
Il principio della telecyclette un po’ ricorda quelle vecchie biciclette a dinamo che, in tempo di guerre passate, venivano usate per alimentare la lampadina dei rifugi antiaerei, ma il prof Santilli spiega che la vera innovazione sta nell’ utilizzo non sincronico dell’ energia prodotta pedalando. La vera svolta nel progetto è stata quando hanno pensato che fosse più utile che l’ energia elettrica, sudata pigiando sui pedali, fosse ceduta alla rete: “ Era inutile pensare ad utilizzare accumulatori o pile che danno problemi nel tempo, meglio costruire un sistema per cui chi usa la tv a pedali accumula un credito energetico, poi tramite un contatore che memorizza la quantità di energia prodotta può ricaricare ogni volta il credito accumulato su una scheda sim personale.”
Naturalmente perché il sistema funzioni occorre uno scenario normativo, o per lo meno un accordo condiviso, che prescriva di guardare la TV utilizzando esclusivamente l’energia elettrica prodotta dalla trasformazione dell’energia meccanica delle pedalate. Solo pedalando il telespettatore potrà vedere la televisione, grazie all’energia che potrà spendere a suo piacimento inserendo la memory card nel televisore, solo così sarà possibile tenerlo acceso per la durata del programma che si sarà guadagnato con il sudore della frontre.”
Insomma se l’ uso della tv a pedali verrà inteso come un esercizio, oltre che del fisico, anche della capacità di condizionare attivamente i palinsesti televisivi i vantaggi potrebbero essere sia individuali che collettivi. “L’energia fotovoltaica ceduta viene pagata circa 2,5 volte il prezzo di quella consumata-conclude Santilli-sono stati finanziati i decoder digitali perché non si può finanziare la tv a pedali?” Sulle utopie è progredita l’ umanità, ma su quest’ ultimo punto però l’ ottimismo degli inventori sembra veramente rischiare la crudezza della delusione.

sabato 22 marzo 2008

A me gli occhi!

Ecco un fantastico ricostruttore di sguardi assassini che dipinge a mano pupille vivaci, persino ancor più dell' umano in cui vengono innestate. Il signore degli occhi in questo video illustra passo dopo passo il delicato procedimento attraverso cui ricostruisce in eterna ceramica il colpo d' occhio perduto.
Si penserà banalmente che ciò serve agli umani per serbare il ricordo nostalgico di un organo perduto? Una semplice protesi per rendere presentabili le orbite vuote nei rapporti sociali e intimi?




E' un errore, in realtà questo signore assicura con il suo intervento la gloria degli altari, chiunque potrà essere riesumato e proclamato santo con i suoi occhi eternamente spalancati oltre il buio del sepolcro. (Sarò un pò depresso???)

giovedì 20 marzo 2008

bitser markettaro

un libro messo all' indice

...da una lettrice attenta

bitser statico e picchiatasti dinamico

Un' avatar che entra nei santuari picchiatastieri


QUI IL VIDEO COMPLETO

lunedì 17 marzo 2008

Il profumo della fuga

- Gustave Courbet (Ornans 1819, Vevey 1877) "L'origin du monde, 1866 ".Museo d'Orseay Parìs-

I picchiatasti farebbero bene a leggersi con attenzione il libro di bitser prima di avventurarsi in cyberelazioni. Già parlai a lungo della folle discesa nelle terre di Mundo di folle bramanti passioni avatariche, ma ora si scopre che, secondo un sondaggio del tabloid «Sun», un inglese su tre ha iniziato una relazione via web. Al sondaggio hanno preso parte 4mila lettori chiamati a rispondere sugli usi e costumi della loro vita sessuale in questi tempi di Internet e affini. E proprio la rete è galeotta per un inglese su tre, che ha confessato di aver iniziato una relazione a sfondo sessuale grazie al web, mentre il 10% ha ammesso di essere andato a letto con almeno 11 partner incontrati online.

Non solo. Un quarto degli intervistati ha pure confidato di usare internet alle spalle dei rispettivi compagni e addirittura l’80% non si è fatto problemi nel raccontare di Sesso sempre meno «reale» Il denigrato pezzo del Corriere che racconta agli italiani la vicenda commenta che per stessa ammissione del giornale londinese, il quadro che se ne ricava è decisamente allarmante: "Negli ultimi anni si è assistito ad un cambiamento radicale nel modo di condurre le relazioni, con i cellulari (leggi sms ed mms) e la rete che hanno sostituito le precedenti forme di comunicazione e permesso una maggiore spregiudicatezza, avallata anche dall’anonimato (almeno nel caso del web). Si è trattato di un cambiamento sociale mai visto prima – si legge sul tabloid – per questo l’educazione sessuale dei giorni nostri deve includere necessariamente anche le regole per il sesso sicuro su internet e i consigli per aiutare quanti sono affetti da tale dipendenza a stare lontani dalle emozioni facili del web, per concentrarsi sulla vita reale, spostando l’attenzione sulle loro relazioni sentimentali".

A dimostrazione di quanto "pericolosa" possa essere la rete per la vita sessuale, il giornale pubblica la testimonianza di Catherine Shilton, una quarantasettenne di Wellingborough la cui vita familiare è stata completamente distrutta dalla scoperta che il compagno aveva una doppia vita su «Second Life». «Era ossessionato da una donna americana incontrata nel mondo virtuale e stava inchiodato al computer per ore. Hanno iniziato a fare “cyber-sex” e lui si vantava con lei di quanto bravo fosse a letto. Quattro mesi più tardi, ha prenotato un aereo per andarla a trovare. A quel punto, gli ho detto che era tutto finito. “Second Life” ha rovinato una storia d’amore di dieci anni e tolto un padre a un bambino di cinque».

Peggio per lei poteva staccare la spina del computer galeotto prima che il picchiatasti infoiato virtualannusasse il profumo della fuga mundana. Rileggetevi vecchie perle di saggezza e state sereni, se siete arrivati fino a qui ci siete dentro fino ai capelli.

martedì 4 marzo 2008

Scriveva quel bel tipo "dieci anni fa" ...

Nel monastero delle Oblate di Tor de' Specchi i diavoli, maligni e caprini, tormentano Francesca Romana. Gli assalti demoniaci sono affrescati in monocromia, mentre gli altri quadri che narrano la vita e i miracoli della santa sono coloratissimi. Soltanto le dannate visioni galleggiano sui toni del verde azzurrino e sembrano quasi essere generate da arcaici tubi catodici.
L'esperienza visionaria, per essere percepita nella sua alterità, deve passare attraverso una macchina di distorsione che la racconti. Il pennello dell'artista ha trovato un espediente assai efficace, ha fatto risucchiare i colori da un magma grigiastro. Inconsapevolmente è stato anticipato l'effetto di un vecchio schermo tv dove spicca senza equivoco il carattere allucinatorio o soprannaturale dei tormenti della mistica, rispetto alla sua vita pubblica rappresentata senza filtri e a colori. Reale e visionario, per essere raccontati con lo stesso strumento espressivo, debbono quindi avere spessori raffigurativi differenti.
Nel linguaggio dei fumetti, il balloon che racchiude un pensiero è graficamente tratteggiato in maniera differente rispetto a quello che contiene i dialoghi. Laddove infatti la comunicazione attiene al reale il contorno della cornice è più netto. La linea continua dell'ovale o del rettangolo delimitano le parole che i sensi possono oggettivamente percepire. La linea serpeggiante o tratteggiata della nuvoletta contiene invece il pensiero di un soggetto che gli altri possono soltantoimmaginare. Anche in questo caso attraverso codici differenti si cerca di rendere visibile il confine tra certo e incerto, tra verificabile e ipotetico.
Della vita e delle opere della santa patrona di Roma sono stati testimoni i suoi contemporanei; per vedere le sue battaglie con i diavoli occorre uno sforzo, un atto di fede. Attraverso le moderne macchine di visione, come il computer e il televisore, tale discriminazione tra reale e irreale (anche se possibile), sembra gradualmente perdere significato, si assiste a una graduale perdita del senso della realtà, o meglio alla distorsione della medesima. Alla naturale ricerca della verità tra le caligini fuorvianti del verosimile, si è sostituita la lussuria per il falso, l'artificiale o meglio il posticcio.
La cultura del «taroccato» rende possibile l'omologazione del gusto e dei beni di consumo voluttuari, quindi di conseguenza guenza sogni e visioni standard, uguali per tutti. L'originale vale per la sua unicità, la riproduzione in copie di minor valore moltiplica e inflaziona le categorie del bello, del raro, del ricercato, ma pure del trasgressivo e dell'orrido. Grande democrazia, ma fuga inarrestabile verso il culto della «patacca» persino nei nostri peggiori incubi; non a caso per ansie, depressioni, esaltazioni e paure c'è un'offerta massiccia di soluzioni chimiche (vedi Prozac, Viagra, ecc.) che presuppongono l'impossibilità di derive personali dalla norma. Nemmeno il piccolo lusso di essere tormentati da un demone a nostra misura come Francesca Romana: la legione è stata arruolata in massa dalla psicofarmacopea.
Se può capitare a chiunque di cedere di fronte a una falsa borsa firmata esposta in metropolitana, siamo parimenti tentati fortemente dall'esperienza del virtuale che si offre a ben più basso prezzo di quella umana di cui è una triste emulazione. Tutto sommato già nel vivere comune si è consolidata una consuetudine alla visione elettronica e al suo elevato tasso di simulazione. La familiarità diffusa con il personal computer, quale strumento di lavoro e di evasione allo stesso tempo, ha rafforzato l'idea di una corrispondenza tra i procedimenti di formazione del pensiero umano e quelli di una memoria artificiale.

Per l'uomo la memoria è sempre meno considerata un patrimonio perseguibile attraverso uno sforzo di apprendimento, di mediazione, elaborazione e conquista, ma piuttosto download velocissimo, riversamento automatico da una memoria comune a cui tutti possono accedere. L'importante è una parvenza di vissuto, un'apparenza appunto. Un vissuto fatto in serie, prevedibile e reiterato come un videogioco.
L'accezione attraverso la quale il termine virtuale ha iniziato la sua implacabile corrosione da abuso è quella che lo contrappone drasticamente al concetto di «virtuoso». Il mondo virtuale èl'universo dei sogni irrealizzabili, delle abnormità fascinose, della trasgressione più estrema, quindi è maggiormente carico di attese che di effettive uscite dal mondo. La virtù si pratica nelle azioni naturalmente condizionate dalle circostanze della realtà. Il virtuale è l'esercizio dell'attitudine alla distorsione del reale. Quindi il pulcino videogioco che minaccia la psiche dei bambini diventa «virtuale» quando è solo icona elettronica; le relazioni telematiche diventano sesso virtuale; l'appassionato di giochi elettronici come Doom o Mortal Kombat esprimerebbe nel virtuale la propria natura violenta e omicida.

In realtà sarebbe più esatto dire che si tratta di distorsioni di minor consistenza rispetto all'esperienza del reale. Emulazioni in pixel, in bit, in fotogrammi, in siliconi o in qualsiasi altro supporto sintetico tangibile o impalpabile. Una maniera, in fondo rozza, di dar materia ai nostri pensieri o allucinazioni, ma purtroppo senza arte né poesia.
L'attitudine a prediligere la riproduzione rispetto alla realtà porta paradossalmente pure a delle modificazioni all'istinto «alla riproduzione», che l'essere umano ha nel proprio patrimonio genetico, quando questo viene sopraffatto dall'anelito alla distorsione. L'uomo moderno (aggiungeremo occidentale) non mira più di tanto a costruirsi una speranza di sopravvivenza riproducendosi (vedi crescita zero), ma piuttosto distorcendosi. Tale atteggiamento deriva dall'istinto primario di conservazione che tracima intatto nella direzione di una memoria elettronica: unico e vero aldilà in cui si fondono tutte le speranze di eternità dell'era post-teologica e quindi tecno-metafisica.
Da tempo l'umanità più evoluta ha una sorta di assuefazione acquisita ad accedere senza stupore di sorta al paradiso della realtà virtuale. Si tratta soltanto di intendersi sul significato che vogliamo attribuire a tale definizione. Esiste una sproporzionata ipervalutazione dell'esperienza di virtual reality (VR) intesa come immersione sensoriale in raffigurazioni generate da un computer. Questi universi nella vulgata giornalistica divengono sovrapponibili per qualità d'esperienza alla vita reale; si considera relativamente il fatto che senza le ínterfacce più sofisticate in fondo la VR altro non è che un filmetto nemmeno troppo coinvolgente. Dato per certo che al momento, realisticamente, la sinestesia artificialmente ricostruita non è certo un'esperienza alla portata di tutti, resta il grande fascino illusorio che la parola virtuale esercita nei mezzi di comunicazione di massa. È definita virtuale ogni attività di ricerca, incontro, elaborazione che si possa effettuare in rete. Il coinvolgimento emotivo da parte dello spettatore, il senso di realtà che automaticamente si attribuisce all'irreale teatro della televisione è invece di gran lunga più sintomatico dell'esperienza virtuale di una qualsiasi navigazione in Web o di un incontro in una chat testuale.

Singolarmente una semplice fotografia, solo perché inserita graficamente in un browser di navigazione, diventa paradossalmente «virtuale» all'interno di un notiziario televisivo, senza riflettere sul fatto che, allo stato attuale delle cose rispetto a quella povera foto immobile ha maggior carattere di virtualità lo studio del telegiornale e colui che la propone e commenta. In realtà i personaggi televisivi stessi non «sono», ma piuttosto «appaiono»; non è infatti possibile valutare chi abita il mondo delle ombre della televisione, con una scala oggettivamente riconosciuta di qualità proprie dell'umano. L: estrema distorsione televisiva fa sì che i sentimenti e le doti intellettive possano essere simulati e rappresentati, anche con maggior realismo e verosimiglianza del reale. Le stesse caratteristiche fisiche sono ancor più soggette alla distorsione dei tradizionali canoni estetici: la tv ingrassa, quindi occorre mirare all'anoressia umana per la gradevolezza catodica. La tv appiattisce, drammatizza, attenua, esalta, invecchia o ringiovanisce. Rende bello il brutto e viceversa... tutto comunque secondo un suo autonomo e imprevedibile codice di distorsione.
Vale la pena di riaffermare che al livello più elementare di questo cammino pseudo-iniziatico verso la trasmutazione virtuale, nella maggior parte dei casi si colloca lo spettacolo economico della televisione. Nell'epoca della tv primordiale le scenografie da recita all'oratorio e la fissità delle inquadrature davano l'impressione di un addomesticato teatrino delle marionette, macchina di visione e, se vogliamo, di dichiarata virtualità (anche se negli anni Cinquanta tale termine era usato con altri significati) come lo erano già state le ombre cinesi, gli ordigni del teatro barocco, i primi effetti cinematografici.

La consapevolezza di essere soltanto spettatori di una rappresentazione della realtà inizia a essere messa in precario equilibrio quando, in una fase successiva, la televisione ha iniziato a spacciarsi per visione «ravvicinata» della realtà, creando il grande equivoco che il reale potesse albergare nello stesso luogo della sua distorsione. Tanto più lo spettacolo televisivo illude di attingere al veritiero, tanto più propina ricostruzioni artificiali del reale e, nella simulazione, appaga la brama di distorsione dell'umanità teledípendente.
I più avranno quindi pensato che se la televisione diventava un luogo frequentato dal reale anche gli abitanti del reale avrebbero potuto rappresentarsi in televisione. Non occorreva più essere attori, giocolieri o fini dicitori, cantanti o musicisti: in tv potevano entrare anche figure familiari come le mogli e i mariti, i litiganti, i depressi, i perdenti, i figli, le nonne e via dicendo. Questa illusione di potersi realmente rappresentare nel proprio quotidiano ha animato la speranza, per una fetta grandissima di spettatori/protagonisti, che la realtà, nel mondo della distorsione totale, potesse subire modificazioni a loro proficue.
Il gioco è fatto, i diavolacci di Tor de' Specchi, stanchi di tormentare l'impassibile santa, hanno capito che era per loro possibile elaborare tentazioni a colori, per i più esigenti anche in 3D, ma soprattutto convincere i loro clienti con molta meno fatica e sicuramente più soddisfazione.

Gianluca Nicoletti IL TEMPIO DELLA DISTORSIONE sta in: AA.VV., La Realtà Del Virtuale, Laterza, Bari 1998 (ISBN 8842055867)

sabato 1 marzo 2008

bitser piombinizzato

Mi tocca annunciare ancora una volta una delle troppe transumanze di quel grattapassere cifotico in tour promozionale. Lo stesso giorno e nello stesso posto Uolter Ueltroni pranzerà all' umile desco di una famiglia di modesti portuali, sarà duro da chi scappare per primo. (bit candibetto)

PIOMBINO: IL GIORNALISTA GIANLUCA NICOLETTI AL CASTELLO Per il ciclo di incontri musicali e culturali al Castello, sabato 1 marzo alle 16,30 sarà a Piombino Gianluca Nicoletti, critico televisivo e giornalista. Noto per aver condotto per anni la trasmissione radiofonica "Golem" in Rai (oggi diventata "Melog" su Radio24).

Utente e studioso appassionato di “Second Life”, ha scritto recentemente un romanzo sull'argomento, dal titolo "Le vostre miserie il mio splendore", edito da Mondadori, che verrà presentato in occasione dell’incontro. Nicoletti è anche giornalista ed editorialista del quotidiano "La Stampa", e collabora con vari programmi televisivi.

L'intervista e la presentazione del libro, a cura di Fabio Canessa, è organizzata dall'assessorato alla cultura del comune di Piombino, dalla circoscrizione Porta a Terra Desco, in collaborazione con le librerie La Bancarella, Tornese e La libreria di Elena Danti. L'incontro, a ingresso gratuito, sarà seguito da una piccola degustazione di prodotti biologici allestita dalla Sezione Soci Piombino Unicoop Tirreno. Per informazioni è possibile rivolgersi all'Ufficio Cultura del Comune di Piombino (tel 0565/63296 – 63293) e ufficio decentramento 0565/63392).

(pensa un pò...Preso dal "Corriere Etrusco")