martedì 30 ottobre 2007

Sintomi da immersione




“Se ci si accorge di aver perduto Il senso del tempo prezioso si rifletta. E’ il primo sintomo dell’intossicazione da immersione tridimensionale. Non lo si vive con senso di colpa, anzi ci coglie stizza per il resto dell’ umanità che ci scorre accanto con un passo che non è più il nostro.


Ogni avatar ha la certezza della propria immortalità e presto trascina anche l’ umano che pensa di governarlo nella stessa consapevolezza. L’ umano però si logora nel tempo anche se a quel tempo non riesce più a dare misura.


La solidarietà che cresce spontanea tra avatar rafforza in ognuno la certezza del doppio passo tra chi si immerge e chi sta fuori. I segni della stanchezza scompaiono, ma solo perché non sembra di avvertirli. Il cammino quotidiano del sole diviene indifferente, solo il force sun scandisce a piacere la durata della luce e della tenebra .


Passano l’ appetito, il sonno, le pulsioni fisiche, i cambi d’ umore. La vita si rallenta in un uniforme stato di esistenza, senza evidenti sintomi di alienazione.”
(dichiarazione di un avatar rilasciate alle 12.27 pm pdt, quando a Mundo è notte fonda.)

domenica 28 ottobre 2007

Pelleteria cinese, skin capitale




Tra i picchiatasti stava già da tempo crescendo la voglia di skyn intercambiabili, per questo ora scendono in massa nel mio Mundo per realizre l' antico sogno, riesumo per puntellare la riflessione un antico delirio del mio dentistorti padrone. Lo scrisse il 13 novembre 2005, oggi spega molte cose...


Un'azienda di cosmetici cinese usa pelle presa dai cadaveri di condannati a morte per realizzare prodotti da vendere sul mercato europeo. La rivelazione-shock è del Guardian, per il quale agenti di questa azienda hanno detto ai compratori che il loro collagene per la riduzione delle rughe e per le labbra viene prodotto usando la pelle di questi condannati, un uso a loro avviso «tradizionale» e «per il quale non c'è da scandalizzarsi».


E’ stato accertato che l'azienda in questione ha già esportato in passato collagene verso l'Europa. Un agente della compagnia cinese ha detto a un reporter che si fingeva cliente che i loro laboratori stanno cercando di ottenere prodotti antirughe usando i tessuti di feti abortiti. Il personaggio che ha rivelato al Guardian il traffico ha detto anche che molti clienti all'estero sono sorpresi dal fatto che possano produrre collagene umano al 5% del prezzo di quello prodotto in Europa. Secondo Amnesty International nel 2004 le autorità cinesi hanno messo a morte 3.400 prigionieri, da tempo circolano voci che i cinesi facessero trapianti usando parti dei cadaveri, in particolare le mani.


Un centro trapianti era vicino al luogo delle esecuzioni. Il governo cinese ha negato in passato che organi o parti dei corpi dei condannati siano stati usati senza il loro consenso, o quello delle famiglie. Nel 2001 Wang Guoqi, un medico militare che cercava asilo negli Stati Uniti, disse a deputati Usa che questa pratica era comune, e che lui stesso aveva estratto parti e tessuti da 100 cadaveri. Il governo di Pechino lo aveva bollato come «bugiardo». Anche l’ artista “plastificatore” di cadaveri Gunther Von Hagens fu accusato di far ricorso ai cinesi per la materia prima delle sue creazioni esposte in tutto il mondo.


In un articolo di "Der Spiegel" del gennaio 2004 si usano come "prove" a carico di brani della corrispondenza privata di quest'ultimo, soprattutto email contenenti confidenze tra Von Hagens e la moglie, e brani da lettere di lavoro, riservate, in cui si discute di come procurarsi i corpi da "plastinare", come pagare o come farsi pagare, eccetera. "Der Spiegel" si basa sulle "rivelazioni" di un ex responsabile della "fabbrica di cadaveri" di Von Hagens a Dalian. Si tratta di un tizio - tale dottor Sui - che da collaboratore di Von Hagens sarebbe diventato "suo concorrente" (testuale), e dunque probabilmente nutre rancore o invidia personale, e forse e' pure stato pagato profumatamente per le sue "rivelazioni"...


I toni usati sono pesanti: si descrive la "fabbrica" cinese come una specie di lager nazista, dove gli addetti alla "catena di montaggio" che "smontano" cadaveri umani venerano Von Hagens come il loro "Fuehrer", un termine che però in tedesco si usa comunemente per definire il “capo”.

Eclissi subway




Falso pensare che il quotidiano tedio sia privo di fulminanti segnali d' assoluto. Tempo fa in subway (linea A Barberini-Ottaviano) leggiadra fanciulla ripetutamente ha offerto al mio picchiatasti il posto a sedere. Non sarà stato in massima forma in questi giorni, l' occhiale da cieco l' avrà tratta in inganno, la tempia maitinta l' avrà stimolata...

Fatto è che mai prima gli accadde un fatto simile, ed è da meditare. Gli è stato fin' ora familiare lo sbraitìo di vecchiarde, o l' ostentazione di medagliette da invalido. Sempre comunque gesti tesi a rinfacciargli la gagliardia delle membra, impropriamente spaparanzata a danno di chi è più malfermo.

Sempre e solo questa sua (presunta!!!) beffarda inciviltà fu all' apice di ogni scambio verbale con i suoi invisibili compagni di vertigini sotterranee.
Ma mai nessuno, prima d' ella, fu colto da pena per le sue canizie. Ancor assai più atroce fu per lui che tale languido sentimento provenisse da smorzacandelofora signorina.

Una prece

Tritacarne riesumata



Triste è indulgere nel ricordo del passato, ma non potetti fare a meno di commuovermi ritrovando in rete questa immagine che elaborai per una serie di gloriosi post sull' orrifica meraviglia Pivetti-Platinette.

Allora fighettamente mi alterai con il titolare di un povero sitarello che mi sciroppò tutta una settimana di immaginette e testi di commento alle puntate. Ora benedico la furtiva appropriazione.

Solo grazie a lei riemerge dall' avello del passato qualche vestigia dell' immenso patrimonio sepolto dell' antico golemblog. Tutto l' archivio di decenni? La furia codina di un grigio lecchino operationaiolo lo tiene ancora recluso nel suo hard disk pugnettaro.

Questo fu un fantomatico pubblicitar-progressista manifesto. Pagai dopo anche per questa profanazione dell' ipocrita impegno socialpubblicitario.

Il mondo già si scordò di ciò, ma accadde anche se le prove furono cancellate

Un' ardita lista di pezzi di ricambio


domenica 21 ottobre 2007

L' arto fantasma



Un' interessante scoperta scientifica integra quanto già detto sulle "protesi emozionali". La sindrome del «Blackberry fantasma» sta interessando dei neurologi americani dell'Università del Maryland. Significa sentire la vibrazione del cellulare anche quando è spento o non suona affatto. Accade la stessa cosa agli amputati a cui spesso capita di "sentire" l' arto che non c' è più.

Secondo William Barr, neuropsicologo della New York University, «se usi molto il cellulare, diventa come una parte di te. È come indossare tutto il giorno un calzino troppo stretto. Quando lo togli continui a sentire la sensazione attorno al piede». Certe aree del cervello - in particolare la corteccia somatosensoria dove hanno sede i nervi che analizzano le sensazioni tattili - avrebbero un ruolo nelle suonerie fantasma. «I cellulari entrano nella neuromatrice del corpo: diventano come appendici», ha detto Barr: così quando lasci il telefonino a casa il cervello lo interpreta come un arto fantasma, che non è più attaccato a te ma che si sente come se ci fosse.

Secondo Jon Kaas, un suo collega della Vanderbilt University, nelle vibrazioni fantasma potrebbe essere in gioco un altro fenomeno psicologico chiamato condizionamento operativo: è lo stesso che fa sì che un topo di laboratorio ricompensato quando preme una leva, impara a premere la leva più frequentemente.

Nel caso dei cellulari e dei Blackberry, chi trova soddisfazione nel ricevere una telefonata o un sms prende l'abitudine di controllare il cellulare anche senza gli avvisi di chiamata. «La gente viene premiata quando riesce a percepire le vibrazioni e impara a rispondervi sempre meglio», ha spiegato Kaas: «Con la ripetizione le connessioni tra nervi e cervello si rafforzano. Se ne formano di nuove che rendono automatico il processo e indipendente dall'effettivo azionamento della suoneria. Ed ecco dunque i falsi positivi».

sabato 20 ottobre 2007

Storicizzazioni individuali




Gli umani sono in una fase della civiltà che attribuisce alla visione un carattere di assoluta centralità, ciò può condizionare anche molte di quelle azioni che, nel bene o nel male, coinvolgono la loro sfera emotiva.

Il video erotismo auto prodotto è stato il derivato più consistente del film pornografico, sino a diventarne l’ evoluzione stilistica. La commercializzazione diffusa di video camere digitali, a prezzi accessibili a chiunque, ha avviato da qualche anno il filone così detto “amatoriale”. Amplessi casalinghi diffusi e scambiati via web o attraverso circuiti di caselle coperte da anonimato, un successo al punto tale che l’ industria della cinematografia hard è stata costretta a imitare il genere, hanno dovuto ricostruire il pecoreccio da tinello con attori e attrici di non particolare avvenenza.

E questa tuttora è la killer application di molti servizi on demad delle ultime video piattaforme tecnologiche. Pochi si domandano se l’ happy slapping (in senso esteso) su cui si costruisce oggi un coro diffuso di apocalittici, non potrebbe anche essere inteso come la risposta, distruttiva e violenta, degli adolescenti all’ uso estremo della rete, alimentata dai video apparati individuali, già molto diffuso come gioco erotico tra gli adulti?

Gli elementi comuni sono quelli della pianificazione della ripresa, della componente sessuale, del probabile piacere che i protagonisti hanno nel compiere l’ atto e della diffusione del filmato per creare effetto in un eventuale pubblico. Più l’ atto è sensazionale e maggiore è l’ effetto. Nella maggior parte dei casi si tratta sicuramente di individui “normali” non di deviati abituali, per loro mostrarsi capaci di un atto estremo è il segnale forte di chi ha bisogno di affermare la propria esistenza.

Attraverso il peer to peer è possibile trovare gente che mette in circolazione video di risse, atti sadici estremi verso se stessi, comunque qualcosa che crei attenzione in chi guarda. E’ facile chiedersi se la tecnologia non possa essere considerata un elemento amplificatore delle devianze, sicuramente è una forma per consolidare il proprio potere, un giovane bullo dimostra così cosa è capace di fare al giro dei suoi amici, un’ occasione per affermare che lui è il leader.

Questo meccanismo di leadership acquisita attraverso la divulgazione digitale di una propria espressione individuale è probabilmente la molla che alimenta fenomeni come la letteratura dei blog e ora i network individuali e condivisi attraverso you tube. In entrambi i casi la memoria periferica dell' umano gli regala la sensazione di essere altrove rispetto al suo corpo e quindi quasi un puro spirito. Un prolungamento di apparati sensoriali sempre pronto a sparare testi che reputano degni di lettura, foto autocelebrative, filmati che assicurino dignità al loro esistere.

La rete è il bersaglio dove gli umani scaricano la loro colt carica di frammenti di velleità. Ogni centro regala a quelli la vertigine illusoria esser stati parte di una piccolissima porzione di epica contemporanea, ma con la rassicurante certezza che sarà loro evitato il naturale logorio che segue ogni storicizzazione individuale.

giovedì 18 ottobre 2007

Dopamina sintetica



Cosa pompa nelle vene dei picchiatasti fremiti passionali e sconvolgenti?

Un neurotrasmettitore si impossessa dei loro sensi, ma solo quando indossano qualcuno di noi avatar come loro gioiosa protesi antropomorfa.

Qui a Mundo non c’è il giogo del tempo, della luce che ci impone il suo ciclo, della notte stellata che arriva solo alla fine della giornata e invece starebbe meglio di pomeriggio, quando è bello intorpidirsi.

A Mundo si fa giorno quando vogliamo vederci meglio e il tramonto puà durare anche ore se ci piace. A Mundo si vola come santi in estasi, a Mundo si gira lo sguardo dalle nuvole a sottoterra con un colpo di camera control, a Mundo si guarda attraverso le pareti, sotto alle gonne, dal pianoterra all’attico casa dopo casa.

Quanta dopamina schizza nel loro cervello per tutto questo? Almeno tanta quanto ne girava tra le sinapsi ai bei tempi della loro adolescenza, nelle languide primavere da liceali, tra i profumi segreti di una compagna di classe e l’ansia maledetta di non essere alla sua altezza.

Anzi molto meglio ora, a Mundo il mercato di oggetti del desiderio evita loro ogni angoscia da inadeguatezza. L’ hud control panel dice sempre quale sia la giusta misura per sentirsi smisurati.

lunedì 15 ottobre 2007

Signorine grafoninfomani



La mia sublime trolleria mi fa rifettere sui danni delle interfacce facilitate. Qui tutto si crea con tre click, questo è il casino! E' diventato troppo semplice scrivere e creare un supporto al pensiero.

La vecchia generazione pre friendly se lo sudava di brutto uno spazietto organizzato sul web e prima di buttarci dentro cazzate ci pensava cento volte.

Inutile rimpiangere le antiche impervie avversità del codice html e del block notes, dell’ hosting che si pagava dollaroni e di paint shop shareware craccato per visibilia graficomani.

Addio vecchi sitarelli sudaticci di strutto umano, non rivedremo più i vostri graziosi scheletri se non per una botta di culo di webarchivepuntocom.

I tools maneggiabili da chiunque hanno ammazzato il senso di scrivere qui sopra, pazienza che ci si vuol fare? Posso bestemmiare così solo perché son avatar, anche io faccio parte delle macchine stimolatrici per signorine grafoninfomani .

Anche nella stirpe umana dei picchiatasti è successo un simile cataclisma, da quando le loro femmine hanno semplificato l’ accesso alla propria home page organica,i maschi dominanti han perso il pelo ed ogni vizio. Così ora si consumano l’ accesso free tra saune e bagni turchi.

domenica 14 ottobre 2007

Uno stargate all' università



Gli umani picchiatasti se ne vergognano un pò, ma ormai le loro discese nel mio Mundo son sempre meno segrete. Delle loro virtualplanate nelle terre felici dove non si muore mai se ne parla ovunque nel mondo concreto. Lasciamoli respirare prima che arrivi il libro di bit a chiuder loro la strozza.

Presto darò qui testimonianza scritta e visuale della fantasmagorica transumanza di avatar all' Università La Bicocca di Milano venerdì 12 ottobre. Qui metterà qualcosa quanto prima il picchiatasti di Andross Zabelin.

Poi ancora lunedì 15 anche io bitser avrò un incontro con più di 200 studenti sul tema Second Life, realizzando anche collegamenti in tempo reale. Avverrà con gli studenti del corso di Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa tenuto dal prof. Gianpiero Gamaleri.

Il comunicato stampa dell' Università scrive così: " Che cos’è Second life? Come funziona? Quali sono i vantaggi e i trabocchetti della vita digitale? Si tratterà di capire e di analizzare il fenomeno della “seconda vita virtuale”, passando dalla teoria alla pratica. Una lezione-evento, un esperimento mediatico digitale guidato dall’esperto avatar Bitser Scarfiotti creato da Gianluca Nicoletti (http://bitserscarfiotti.blogspot.com)."

Cavoli, il vecchio bit avatar frastornato da pochi pixel e un paio di prim sculpted sotto alla cintola ora viene chiamato alle università! Il mondo concreto ha i giorni contati, spero solo che i sopravvissuti non invadano le mie isole.

Lunedì 15 ottobre 2007, alle ore 10.00 in aula B1, presso il nuovo polo DAMS dell’Università degli Studi Roma Tre, in via Ostiense 133 B.

Contatti: Sergio Perugini sergio-p@tiscali.it

mercoledì 10 ottobre 2007

Centumsexagintametri





Il messaggio breve inviato via telefono sta avviandosi ad essere la metrica per raccontare la contemporaneità. Potremmo inventarci il “centumsexagintametro” per definire i 160 caratteri su cui si sciorina l’epica del nostro tempo.

Il ritmo su cui saltellano ogni giorno milioni di surrogati di relazioni, brandelli di ideologie, condensati di filosofie, tutto nella sintesi del display di un telefonino.Ogni giorno si snodano infinite catene di versi in libertà, utilizzano un canale di scrittura, ma in realtà rispecchiano un linguaggio parlato, una parola sincopata che si restringe, si interrompe, si adatta alla necessità di essere contenuta in uno spazio angusto.

Un linguaggio sicuramente più povero, ma che comunque riesce a far riemergere sensazioni che la comunicazione verbale, sempre più frettolosa e superficiale, parrebbe spesso non più capace ad evocare. Pause emozionali e intonazioni vengono raccontate con parentesi, asterischi e punteggiatura varia impropriamente usati.

Nulla di nuovo forse per chi è abituato a relazionarsi attraverso protesi elettroniche, ma assolutamente sconvolgenti quando dal computer, elitario e difficilmente accessibile, sono tracimate al telefono cellulare, amplificatore dei sensi a cui nessuno sa più rinunciare.

Difficile risalire alle cause per cui un apparecchio per parlare si sia mutato in una piccola macchina per scrivere. Forse il minor costo di questa modalità, forse la possibilità di segnalare la propria presenza senza essere impegnati in una conversazione. Poco importa quanto sia illusorio il fatto che quel mondo sia circoscritto ai soli nomi memorizzati nella rubrica del nostro cellulare, sono quelli gli umani da cui cerchiamo attenzione, non altri.

E’ un ricevere frasi le cui parole sono tagliuzzate e violentate, ma per dire il più possibile nel minor spazio, un moderno residuo del fabbricar versi. Spesso, soprattutto se le circostanze aiutano, un messaggio scritto è capace di scardinare ogni nostra cautela nei confronti del prossimo, la modalità tecnica di trasmissione è recentissima, ma la forma scritta è arcaica e desueta, ma proprio per questo carica di un potere fascinatorio con cui siamo disabituati a misurarci, molto spesso ci sorprende vulnerabili.

Quante oneste donne conosciamo, sedotte da uomini rapaci che le hanno sommerse di sms. Tra amici e colleghi di lavoro, quanti padri di famiglia abbiamo veduto arrovellarsi, con accanimento sospetto, in uno scambio di messaggini alieno al grigiore delle loro tempie. Chi non conosce un romanzo d’ amore nell’ epoca delle schede prepagate, chi non ha avuto sentore di aver lambito alla tentazione in scala industriale per colpa dell’adulatore elettronico. Un subdolo trasportatore di messaggi, capace di far tremare le ginocchia agli umani disabituati al corteggiamento esplicito.

Non esiste più esperienza nelle cose d’ amore, ne tanto meno prudenza nel seguire la perdizione dei sensi, di fronte al malandrino e sconvolgente messaggio breve. Centosessanta battute che scardinano ogni baluardo della pudicizia femminile o della tenuta etica maschile, ma alla stessa maniera, in assenza di segnale, possono far precipitare chi attende nella più cupa depressione.

Gli uomini stanno imparando che nei momenti cruciali è anche comodo ed efficace affidare il peso di una propria decisione ai bit incorporei e volatili. Il messaggino breve sposta il rapporto tra due umani allo scambio di dati tra due meccanismi. La macchina è ruffiana, sfacciata e spudorata, noi abbiamo molto da imparare da lei ingabbiati in modelli, convenzioni, ruoli incerti.

In particolare la macchina sparamessaggi è martellante, instancabile e onnipresente. Non c’è momento della giornata in cui essa non possa fare pressione sulla sua vittima, vuoi per vendere, vuoi per consigliare, vuoi per chiedere. Con l’ sms si accendono storie, ma si interrompono illusioni senza l’ imbarazzo nella voce. Si licenzia, si ferisce, si turlupina e si cerca il consenso, si tradisce. Basta comprimere il tutto nella lingua dei messaggini, sicuramente farlo sembrerà più lieve.

martedì 9 ottobre 2007

Illusioni medianiche




Qualcuno è già venuto qui a ricordarmi "lo spirito della rete", sarebbe il principio per cui dovrei condividere ogni straccio che ho addosso. Peccato che la rete sia democratica solo nell’ apparenza, ma proprio perché può regalare a chiunque certificati di esistenza.

In rete hanno successo gli slogan, molto più della complessità di un pensiero articolato. Meglio esprimesi per sintesi,anche se ogni idea che entra nel circolo è personalizzata e immutabile, il parere di ognuno ha valore assoluto ed è proprio per questo che il suo diritto ad esistere non è democraticamente definibile.

Nei server si accumulano fantastiliardi di bit che rappresentano la somma di molteplici universi dove regna l’ anarchia, ma siccome lo spazio è illimitato, la stratificazione dei pareri può arrivare a livelli indefinibili.

Per questo non possono essere che illusorie le leadership che ci sembra aver conquistate sul campo. Lo spirito della rete è solo nella memoria labile del medium che ce lo evoca, è lui che ci fa credere che l' ectoplasma sia un essere realmente esistente.

lunedì 8 ottobre 2007

Esoscheletro sensoriale




Non è da escludere che il mio Mundo sia una realtà allucinata, simile all’ esperienza visionaria del mondo concreto.

L’ umano quasi mai si ricorda quanto possa essere piacevole coltivare il proprio immaginario, ma alimenta un pregiudizio profondo che marchia ogni deriva dal reale come la peggiore delle perversioni possibili.

La levità di un’ esistenza proiettata in universi diversi da quello che chiamano realtà non è un valore, ma solo perché il segno dell’ appartenenza al mondo concreto è costituito da pesantissimi supporti al loro tristo esistere.

Costruirsi un’ immagine di successo significa per loro alleggerire il giro vita, ma anche aggravarsi a dismisura con continue zavorre all’ incanto di sentirsi leggeri. Si pensi agli status che danno rango agli umani; sono tutte stratificazioni di metallo, tessuto, minerali o polimeri che aggiungono pesantezza al loro esistere.

Il mio Mundo forse rappresenta una dimensione di leggerezza perduta, che loro sentono come struggente nostalgia, un sollievo che cercano attraverso macchine costruite per mantenere vive le emozioni, quando nessun loro corpo sembra più capace di trovare spazi liberi per contenerle.

Quella gente ha imparato a congelare il ricordo di momenti che appassionano, nella memoria digitale di una protesi elettronica. La più diffusa tra gli umani è l’ appendice cellulare, l’ unica che certifichi il valore delle loro relazioni, in ragione di chiamate e messaggi ricevuti, ma ancor più una nuova estensione della possibilità di digitalizzare pesanti porzioni di esistenza.

Vorrebbero alleggerire le esperienze per immagazzinarle e strapparle all’ oblio. La pesantezza del ricordo, la gravità della consapevolezza che si accumula sulle loro spalle fatalmente li fa invecchiare, ma possono togliersene di dosso il peso dislocando tutto in un microchip o, meglio ancora, nell' esoscheletro sensoriale che chiamo Mundo.

domenica 7 ottobre 2007

L’ anatema sulle macchine emozionali





Esiste un pensiero comune per cui l’ uomo contemporaneo pare abbia perduto la capacità di relazionarsi “naturalmente” con i propri simili. Il limite più estremo di questa menomazione è facilmente imputato alla civiltà delle macchine.

L’ anatema più banale che viene lanciato a fronte di alcuni comportamenti irregolari, o addirittura criminosi, a cui portano le relazioni erroneamente condotte è che ogni responsabilità negativa sia da attribuirsi all’ interferenza di macchine fabbricatrici di immaginario.
Meccanismi capaci di innesti di intelligenza inorganica che alterano i processi emotivi dell’ essere umano.

L’ umanità piuttosto si dibatte alla ricerca di una consapevolezza perduta del proprio esistere, la sente come struggente nostalgia, ma non è detto che oggi non la possa trovare grazie a macchine costruite per mantenere vive le emozioni, proprio quando nessun corpo sembra più capace di trovare spazi adatti a contenerle.

Da tempo, per dare forza al ricordo di momenti che ci appassionano, abbiamo imparato a congelarli nella memoria digitale di una nostra protesi elettronica.
Tutto questo potrebbe finalmente essere vissuto senza sensi di colpa nella dimensione dell’ avatar, se non fosse che quell’anatema viene oggi esteso anche a questo stato dell’ essere. E’ pur vero che i demiurghi che offrono l’ ingresso a questa dimensione ne traggono profitto, ma hanno comunque capito i bisogni di un’ umanità in continua fase di riprogettazione emotiva.

I media tradizionali spesso parlano della “seconda vita” usando i toni dell’ amplificazione, a volte anche fantasiosa, di comportamenti border line. Questo serve loro per dimostrare ancora una volta come la macchina dell’ immaginario sia la peggior istigatrice al crimine dell’ immaginazione.

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(Abstract dell' intervento di bitser Scarfiotti al convegno "Le leggi della Second Life" che si terrà all' Università "La Bicocca" di Milano il 12 Ottobre.)
Nella foto Leon Theremin

sabato 6 ottobre 2007

Le vostre miserie, il mio splendore




"Voi umani mi fate ribrezzo. Siete la somma di ogni meschinità e vigliaccheria. E vi puzza anche il fiato.

Io sono solo un’immagine nello schermo del vostro computer, voi mi fate muovere agitando la mano destra su un mouse, o picchiando forte sulla tastiera.

Tristi umani picchiatasti, voi che di nascosto giocate con me e con quelli come me: non lo sapete, ma noi avatar vi guardiamo da anni.
Vi teniamo d’occhio da quando avete cominciato a venire in massa, ogni giorno, a romperci i coglioni. Vi teniamo d’occhio mentre ci molestate costringendoci a prestarvi occhi braccia gambe e appendici per scorrazzare nelle isole dell’universo che abbiamo sempre abitato e che chiamiamo MUNDO."